1.4.2 MITI, CERIMONIE E MANIFESTAZIONI ARTISTICHE RITUALI

SOMMARIO      Prossimo paragrafo

1.4.2 MITI, CERIMONIE E MANIFESTAZIONI ARTISTICHE RITUALI

Le manifestazioni artistiche delle comunità aborigene sono espressione della loro cultura, intendendo con tale termine: “… le implicite credenze culturali, le norme, i valori, e i presupposti culturali che sottendono e regolano la condotta”54. Ciò premesso, la pratica rituale assume una funzione fondamentale nell’organizzazione sociale di questi gruppi e nelle concezioni religiose dell’ontologia indigena. Tutti gli aspetti della vita fanno riferimento a riti associati al Dreaming, da cui traggono le loro origini. Nella gran parte dei casi, questi sono eseguiti all’interno di luoghi ben stabiliti quali i centri totemici. La correlazione tra rito e mito diventa comprensibile perché il rito, servendosi della musica e della danza diventa trascrizione della dimensione rappresentata dal mito nel quotidiano. L’antropologo Erich Kolig nel testo Dreamtime Politics: Religion, World View and Utopian Thought in Australian Aborginal Society sostiene che il mito abbia cinque funzioni essenziali55. E’ un prerequisito per lo sviluppo spirituale e la maturazione sociale. Inoltre assicura la fertilità di animali e piante e la probabilità di piogge. Esso è necessario per mantenere il cosmo. La società e la cultura hanno bisogno del rito per diffondersi56.
In questa ottica trovano posto i riti fondamentali per le comunità aborigene, quali quelli di incremento che permettono di migliorare la fertilità di una o più specie animali o vegetali. Queste cerimonie sono eseguite nel centro totemico della specie da incrementare e dalle persone appartenenti a quella famiglia totemica. Nel corso del rito viene ripercorsa la storia del mito formatore del totem ma anche il cammino dell’antenato comune. Il ricordo di questi avvenimenti è di per sé un aumento della specie perché è uno strumento che amplia la conoscenza. Un atto molto diffuso nelle cerimonie di accrescimento è l’incisione di una vena di un membro del clan totemico. Il sangue che fuoriesce dalla ferita è donato al terreno per aumentarne la fertilità. Il sangue è utilizzato anche per dipingere sul corpo gli emblemi totemici dei progenitori e per decorare qualche oggetto57.

Un’altra cerimonia sacra di grande importanza è quella dell’iniziazione, ricca di molteplici significati. Durante questo rituale, al giovane iniziato viene svelata una parte della conoscenza segreta del gruppo. La rivelazione di queste celebrazioni ai non iniziati è assolutamente vietata. I luoghi in cui sono conservati gli oggetti sacri sono conosciuti solo dagli anziani. Il giovane viene separato dalla comunità per diverse settimane. Durante questo periodo viene istruito sui rituali e sulle pratiche che dovrà compiere una volta adulto. Nel giorno della sua consacrazione gli viene praticata la circoncisione e mostrato il suo churinga: un oggetto spirituale della cultura aborigena. Esso consiste in un ovale di legno o pietra sul quale sono incisi o disegnati i simboli appartenenti ai diversi gruppi totemici e le strade compiute dal progenitore ancestrale. Al momento della nascita il churinga è sepolto nel centro totemico e viene consegnato all’ interessato solo dopo la circoncisione58.

Un’altra importante abitudine rituale che accompagna molte cerimonie è la pratica musicale unita a quella della danza. Questa manifestazione artistica è di primaria importanza perché gli antenati ancestrali hanno creato il mondo cantandolo. Le loro stesse piste che attraversano il continente sono descrivibili come tracce sonore. I cicli di canzoni sono alla base dei legami tra i diversi gruppi totemici. La danza viene accompagnata con varie espressioni musicali: dalla semplice canzone di una voce solista, al ritmo ottenuto con strumenti di percussione, al sottofondo del didjeridoo. Nelle loro esibizioni danzanti, gli aborigeni descrivendo la genesi del mondo, pur inventando nuovi tipi di danze si preoccupano di mantenere un senso descrittivo del passato che conserva dettagli caratterizzanti la storia del proprio antenato.

 

54 Krech, David, Crutchfield, Richard S. and Ballachey, Egerton L., Individuo e società: manuale di psicologia sociale, Firenze, Ed. Giunti – G. Barbera, 1970, p. 449.

55 Kolig, Erich, Dreamtime politics: Religion, World View and Utopian Thought in Australian Aboriginal Society, Berlino, Dietrich Reimer Verlag, 1989.

56 Ibidem.

57 Cfr. Furlan, Alberto, op.cit.

58 Cfr. Di Cesare, Vittorio, op. cit.; Orlandi, Claretta, op.cit

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.