2.3.2 MUSICA E ARTISTI ITALIANI
In un contesto di globalizzazione, anche l’Italia non è rimasta estranea a questa contaminazione musicale che vede i suoi maggiori esponenti partecipare a numerosi festival, seminari, iniziative realizzate da associazioni culturali e appassionati di questo millenario strumento. Tra questi artisti, i più noti sono: Fiorino Fiorini, Moreno Papi, Ilario Vannucchi, e Andrea Ferroni. Quest’ ultimo nasce nel 1977 a Torino e dal suo esordio ad oggi è regolare ospite dei principali festival di didjeridoo in Europa. Il suo stile, la sua precisione e il tocco sono qualità particolarmente apprezzate sia dal pubblico che dalla critica. Ferroni, come si vedrà nell’intervista più sotto riportata, non è esclusivamente un musicista. Si occupa anche di: didattica, insegnamento, ricerca, progettazione e organizzazione di eventi con l’intento di far conoscere il didjeridoo come strumento musicale in tutte le sue forme. Per questo fonda la “Scuola del didjeridoo” con sede a Torino, divenuta ben presto punto di riferimento per l’apprendimento sia per allievi sia per insegnanti. Ferroni, che può vantare di essere il suonatore di didjeridoo italiano più richiesto all ’estero negli ultimi dieci anni, collabora anche con l’università di Modena e Reggio Emilia per studi di acustica applicabili al didjeridoo. Compie autonomamente ricerche approfondite su tematiche riguardanti la timbrica e le potenzialità delle varie forme di questo strumento che costruisce personalmente. I suoi prodotti sono molto apprezzati dai committenti italiani e altrettanto da molti artisti che ne fanno uso durante i loro spettacoli100. Sulla scia di Andrea Ferroni si pone anche Fiorino Fiorini, suonatore di Forlì e organizzatore del Didjin’Oz, uno tra i festival del didjeridoo che hanno maggiormente entusiasmato negli ultimi anni e che hanno visto la partecipazione anche di celebri musicisti italiani: Stefano Focacci, Lorenzo Niego, Paride Russo e Walter Mandelli. Stefano Focacci, fiorentino, da percussionista in un gruppo funk, passa all’utilizzo del didjeridoo nel 1997. Per la sua produzione artistica trae ispirazione da Charlie MacMahon. Lorenzo Niego suona il didjeridoo dal 1993. Nonostante la passione per lo stile tradizionale aborigeno, la sua produzione è sempre stata improntata alla
sperimentazione contemporanea. Paride Russo, invece, è stato maestro di alcuni bravi musicisti italiani. Mostra una forte predilezione per la musica e la cultura tradizionale aborigena tanto che inserisce spesso ritmi di ispirazione tradizionale in brani di musica contemporanea. E' anche creatore del sito “Didjeridoos-tradizionali.com” e collabora tuttora con “DIDLaustralia” per offrire strumenti tradizionali di ottima qualità, contribuendo in questo modo alla salvaguardia delle comunità aborigene di Arnhem Land. Walter Mandelli, invece, è uno tra i primi suonatori in Italia a intuire le potenzialità del didjeridoo. Inizia a diffonderne la musica come artista di strada, girando per molte piazze italiane ed europee. Nel 1997 incomincia a tenere i suoi primi corsi a Milano. Durante il suo percorso formativo incontra Moreno Papi, con in quale fonda un duo di didjeridoo. Insieme formano i Triad, che uniscono il ritmo del didjeridoo a batteria e percussioni.101 Moreno Papi e Ilario Vannucchi, come vedremo, utilizzano invece il didjeridoo, anche in chiave terapeutica come massaggio sonoro.
100 Cfr. Furlan, Alberto e Ferroni, Andrea, op. cit.; http://www.andreaferroni.it/biografia.html