2.3 IL DIDJERIDOO, STRUMENTO INTERNAZIONALE

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2.3 IL DIDJERIDOO, STRUMENTO INTERNAZIONALE
2.3.1 MUSICA E ARTISTI INTERNAZIONALI

In Australia e nel resto del mondo sono in attività numerosi artisti che sono in grado di seguire un approccio originale e innovativo allo strumento. Molti di questi virtuosi sono al tempo stesso in grado di riconoscere e rispettare i valori tradizionali aborigeni. Il più celebre di questi musicisti non aborigeni è Charlie MacMahon. Incominciò a suonare il didjeridoo verso la fine degli anni Sessanta e può vantarsi di essere stato il primo musicista non aborigeno a introdurre lo strumento in un contesto rock. Laureatosi in arte e pianificazione urbanistica all’università di Sydney, dopo aver svolto una serie di lavori entrò alle dipendenze del governo. Lavorò come coordinatore allo sviluppo delle aree di Kintore e Kiwirkurra nella regione del Deserto Occidentale: qui ebbe modo di entrare in stretto contatto con gli aborigeni della zona. Nel 1982 formò i Gondwanaland, il cui primo disco, “Terra Incognita”, ottenne un notevole successo. Inoltre, egli ha collaborato alla realizzazione di diverse colonne sonore, tra le quali è possibile citare “Mad Max-Oltre La Sfera Del Tuono” e “Fino Alla Fine Del Mondo” di Wim Wenders. Charlie MacMahon è considerato uno dei suonatori di didjeridoo bianchi tecnicamente più dotati. E’ apprezzato e rispettato dagli stessi aborigeni, anche perché non ha mai tentato di plagiare il loro stile tradizionale. Probabilmente, la sua esperienza lavorativa con le comunità aborigene della regione del Deserto Occidentale ha prodotto in lui l’idea che certe esperienze musicali e culturali non possono essere condivise. Egli afferma: “Ci sono certe cose che, per quanto a lungo tu possa stare nel bush, non riuscirai mai a comprendere pienamente se non sei cresciuto assieme a certe tradizioni aborigene”94. Charlie MacMahon è noto anche per essere stato l’inventore del didjeribone, uno strumento che combina l’antico e il moderno. Si tratta di un particolare tipo di didjeridoo da lui brevettato verso la metà degli anni Ottanta. Questo strumento trae il proprio nome dalle parole “didjeridoo” e “trombone”, esso è costituito da due tubi di plastica che scivolano l’uno dentro l’altro, consentendo di modificare la lunghezza dello strumento95.

Come è avvenuto in Australia, tuttavia, anche in Gran Bretagna vi è stata una contaminazione con la musica aborigena, tanto che troviamo anche qui molti suonatori di didjeridoo. Tra i tanti, sono da segnalare Shau Farrenden e Graham Wiggins che pur partendo da una matrice comune, sviluppano le loro creazioni in direzioni opposte. Shaun Farrenden mantiene forte il legame con l’ispirazione originaria degli aborigeni. Ex falegname, divenuto suonatore, insegnante e anche fabbricante di didjeridoo, si costruisce da solo lo strumento utilizzando però tipi di legnami alternativi all’eucalipto, come per esempio il ciliegio o il frassino. Il suo stile musicale si ispira a quello della Terra di Arnhem occidentale. Per indurre una sorta di stato meditativo nell’ascoltatore, Farrenden esegue solitamente brani molto lunghi, di certo ben più lunghi di quelli che nella musica tradizionale accompagnano le canzoni tribali96.

Graham Wiggins, in arte Dr. Didj., si discosta dalla tradizione aborigena facendo uso del didjeridoo in modo estremamente innovativo muovendosi su percorsi tendenzialmente funk e dance97. Wiggins, ex pianista, incomincia a suonare il didjeridoo nel 1982. Le sue prime incisioni con lo strumento sono realizzate con il gruppo degli Outback, da lui costituito nel 1988. Laureato in fisica a Oxford, ha pubblicato una tesi sulla fisica del didjeridoo e applicando i suoi studi teorici, è giunto a costruire il primo esemplare al mondo di didjeridoo con i tasti: il didje- sax. Si tratta di un complicato strumento il cui suono è una via di mezzo tra il didjeridoo e il clarinetto98. Nel 1992, il nostro suonatore ha avuto la possibilità di studiare e apprendere i ritmi tradizionali degli aborigeni grazie a un soggiorno nella località di Galiwinku, a Elcho Island, nel Territorio del Nord.

Completamente diverso invece è il percorso di Matthias Müller, suonatore svizzero di didjeridoo, noto per il virtuosismo e per l’estrosa innovazione con cui è riuscito a creare nuovi suoni. Egli non orienta la sua musica su modelli australiani o su un immaginario mondo aborigeno: trae la sua ispirazione da suoni e rumori che lo circondano e che traduce musicalmente integrando il suo stato d’animo psichico e fisico del momento. Questo musicista mostra un particolare interesse per suoni e timbri ricavati da strumenti simili in culture completamente diverse. Una di queste somiglianze esiste per esempio tra il didjeridoo e il corno delle Alpi. Mathias Müller suona questo tipico strumento locale svizzero con la medesima tecnica di interpretazione basata sul didjeridoo99.

 

94 MacMahon, Charlie in Coughlin, Rowan, op. cit., pp.43-44.

95 Cfr. Furlan, Alberto e Ferroni, Andrea, op. cit.

96 Coughlin, Rowan, op. cit., pp.45-46.

97 Ibidem, p.47.

98 Cfr. Furlan, Alberto e Ferroni, Andrea, op.cit.

99 Ibidem.

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