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“Nasce ad Enna nel 1978. Nel 2004 si trasferisce a Torino dove consegue la laurea in pittura classica e figurativa, presso l’Accademia Albertina di Belle Arti, nel corso tenuto dal maestro Gianfranco Rizzi. La sua attività lavorativa la pone a contatto con persone diversamente abili consentendole di ideare e sperimentare linguaggi che generano nuovi spazi creativi ed emozionali.”
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Recensione di “Ofelia” – di Andrea Ferroni per “Arti e Tradizioni”
Le sue opere spaziano dalla pittura alla fotografia di vario genere, dalla paesaggistica a quella dei dettagli in cui, soprattutto in quest’ultima, riesce a cogliere forme e colori relative a situazioni apparentemente banali donando equilibrio ed una piacevolezza alla vista degni di nota. Tuttavia, soprattutto oggi, dove chiunque possieda una macchina fotografica e usando qualche semplice filtro può realizzare immagini comunque interessanti, eviterei di prolungarmi.
Mi soffermerei invece a parlare delle sue opere più interessanti, della collana “Ofelia” che peraltro verrà esposta presso “OFFICINE NOVE” a Roma con Vernissage il 9 aprile 2015 e Finissage il 16 dello stesso mese.
E’ ispirata alla “Ophelia” (1852), dipinto di Sir John Everett Millais, della corrente dei preraffaelliti. Al primissimo sguardo si riesce a percepire come Rossella sia riuscita a trarne i tratti peculiari (di cui tratterò in seguito) ed a trasporre espressione, sentimenti, posture, ma soprattutto l’alone e la luce dal dipinto alla fotografia.
L’opera è rappresentata da una breve collezione di fotografie in cui, diversamente dal solito, è la stessa artista a divenire mezzo espressivo e comunicativo come soggetto di ogni singolo scatto.
Ancora una volta, diversamente dalle altre opere precedenti, qui vi è una luce più soffusa ed un alone più fosco; al tempo stesso vi è desiderio di amplificare il messaggio ed aprire un canale comunicativo facendo leva sulla naturale risposta empatica che si ha nel vedere l’espressione del volto altrui.
Ricordo che Rossella non si occupa di sola arte grafica ma è bensì musicista, ha frequentato il corso di chitarra classica presso il conservatorio di Caltanissetta, frequenta il Triennio in Musicoterapia a Torino e lavora con ragazzi diversamente abili e proprio per ciò studia, approfondisce e riesce ad esprimersi nel linguaggio non verbale con estrema disinvoltura senza mai essere banale.
Essendo lei stessa autrice e soggetto dell’opera, non si può non considerare l’espressività del volto che, di scatto in scatto trasmette sensualità, dolcezza, serenità, angoscia con il senso di annegamento ma anche e soprattutto desiderio di comunicare.
Allo stesso tempo la scelta dei filtri adoperati nel lavoro, pur rendendo i profili del corpo e contrasti molto dolci e appaganti alla vista, allontanano parzialmente lo spettatore come se si volesse mostrare anche la difficoltà di comunicare, giocare con le sensazioni e stati d’animo precedentemente descritti.
Può sembrare eccessivo, ma non lo è: osservando con la giusta attenzione, il gioco di luce offre una tridimensionalità inaspettata, alcune espressioni offrono allo spettatore il silenzio, altre il rumore.
Un lavoro interessante di cui mi pregerò di scegliere almeno una copia da esporre presso la nostra sede.
Attenta, dediziosa… ma anche modesta ed un po’ schiva, è incredibilmente attiva e impegnata. Rimaniamo in attesa di collaborare ad un nuovo interessante progetto con “Arti e Tradizioni” ( www.artietradizioni.it )
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