Mi chiamo Andrea Ferroni, sono nato nel dicembre del 1977 a Torino.
Mi sono diplomato come perito meccanico nel 1997. Mi sono appassionato alla musica prestissimo, ma solo nel 2002 conosco il didgeridoo, giusto in tempo per prendere al volo l’ultimo treno che mi condusse attraverso il periodo di maggiore esplosione di questo strumento, con tutte le conseguenze immaginabili.
Negli anni ho studiato chitarra ritmica e jazz solista, sassofono, armonia jazz, canto armonico… ed altri strumenti seppur con minor dedizione.
Ho conseguito il triennio in Musicoterapia con un tirocinio presso l’ASL di Chivasso, reparto di alcologia ed in studio privato con minori con disagio ed handicap.
Per la difficoltà di reperire strumenti di buona fattura all’inizio degli anni 2000, per l’incertezza di comprendere la bontà o meno di uno strumento, per i costi spesso proibitivi e ben più alti di oggi ed anche perché ruppi due didgeridoo in eucalipto in poche settimane di allenamento, iniziai a costruire didgeridoo per conto mio.
Proprio durante questa attività inizio lo studio dell’acustica in differenti ambiti. Da un lato avevo l’ovvia necessità di comprendere, delle poche variabili di uno strumento così semplice, dove poter agire per avere un suono gradevole, adeguato ad uno stile specifico e soprattutto uno strumento facile da suonare.
Questa fu la spinta per iniziare uno studio serio e approfondito dell’acustica che mi ha portato a realizzare numerosi strumenti, molto apprezzati in tutto il mondo da molti artisti che li suonano dal vivo.
Mi spinsi con un pizzico di ottimismo a contattare e poi a collaborare brevemente con il reparto di ricerca dell’Università di Modena e Reggio Emilia per il sito “Fisica Onde Musica”. Proprio grazie a ciò vennero ampliate delle parti del sito stesso nelle sezioni delle canne risonanti.
Dal 2005 tengo workshop sulla costruzione del didgeridoo, in legno ed in vetroresina la cui parte teorica è stata la base per la realizzazione di questo testo.
Oggi i miei strumenti possono piacere o meno, ma sono pratici e facilissimi da suonare, tanto da far sembrare a chi li prova, di avere più anni di esperienza. Poi mi sono interessato a problemi di acustica ambientale, per evitare di annoiare vicini, ecc, per migliorare lo spazio in cui vivo, in ultimo, ma ben più importante, dal 2010 lavoro in uno studio di ingegneria in cui, quotidianamente, mi occupo di simulazioni di vibrazioni (analisi modali), analisi dinamiche per comprendere l’effetto delle risonanze su un oggetto sottoposto a specifici livelli di eccitazione (analisi forzate), quindi comprendere, prima di realizzarlo, se si romperà in esercizio, se e come può trasmettere le vibrazioni per via solida (structure-borne) o per via aerea (air-borne). Dal 2018 lavoro in modo specifica su analisi acustiche in ambito NVH, per la riduzione o miglioramento della qualità del rumore per motori a combustione ed elettrici. Ne valuto gli effetti sulla percezione umana sulla base della psicoacustica.
Per chi desiderasse dare un’occhiata ai software che comunemente utilizzo: optistruct, nastran, LMS, di cui si può trovare video vari su youtube.
Pubblico un libro intitolato “The Didgeridoo discovery” (2006), un testo di acustica sarà pubblicato a breve o saraà giaà pubblicato quando leggerete queste righe, sette CD intitolati: “Windproject” (2003), “Noises & Voices” (2004), “Tribal Revolution” (2005) e “Breaking Through” (2006), “Windproject 2008 “(2008), Ritratto (2008), Testimonianze (2011) e due compilation come progetto di associazione.
Mi ritengo una persona eclettica. Quindi non solo un suonatore di didgeridoo. Produco birra e formaggi (solo per me e gli amici), sono un fotografo amatoriale, viaggio spesso, molto spesso fortunatamente, sono interessato alle arti in generale, alla comunicazione interpersonale e alle relazioni.
Mi piace insegnare molte cose che imparo, con la consapevolezza dei miei limiti e della necessaria correttezza verso i miei interlocutori.
Ulteriori informazioni: http://www.andreaferroni.it/
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