INDICE DEL LIBRO PROSSIMO PARAGRAFO www.windproject.it
I SUONI
9.1 Armonici
Il suono viene prevalentemente modulato modificando il volume della propria bocca e variando la pressione tra le labbra.
Apprendere le varie posizioni della lingua per variare il volume all’interno della bocca è più immediato; invece è più difficile variare la pressione tra le labbra, capacità che aumenterà con il tempo e la pratica.
Assumendo la posizione come se pronunciaste la lettera “I” potrete sentire il suono del didjeridoo con una “modulazione” più alta. Mentre assumendo la posizione della “O” la “modulazione” sarà più bassa.
Sopra, le due posizioni più distanti, rispettivamente /o/ ed /i/.
Questa tecnica è la base per creare ritmi elementari: “I-O-I-O”.
Più correttamente dovremmo chiamare queste “modulazioni” come armonici, veri e propri suoni prodotti dalla diversità di volume della bocca. Tenendo le guance chiuse in tensione provate le posizioni della bocca di tutte le vocali (A-E-I-O-U) senza usare le corde vocali.
Pian piano che si prenderà confidenza con l’utilizzo di questi suoni, per poter facilmente riprodurre un ritmo, conviene memorizzare in sequenza le posizioni fonetiche delle vocali.
La posizione della lingua si muove nella cavità orale, dalla gola verso i denti pronunciando in ordine O-U-A-E-I . Per cominciare, dopo aver provato tutte le vocali, potete esercitarvi sulla definizione di tre armonici più udibili: O-E-I.
Mettendo in sequenza in modo netto, senza “glissare”, un armonico dietro l’altro, otterrete parti ritmiche molto simili a quelle che si possono sentire da uno scacciapensieri (il cui funzionamento è simile).
Viene individuata la prima funzione fondamentale del didjeridoo, l’utilizzo degli armonici per costruire una sorta di melodia. Se si presta adeguata attenzione a tenere suoni il più possibile netti e decisi nel passaggio tra un armonico e l’altro si guadagnerà orecchiabilità nel ritmo.
O in alternativa, passando tra un armonico e l’altro, si potranno ottenere suoni d’atmosfera.
Per eseguire gli armonici definiti ed in modo netto, è necessario tenere le guance molto chiuse ed aderenti ai denti. Inoltre i muscoli di lingua e guance dovranno essere tesi. Ricordate che le sole posizioni fonetiche non sono sufficienti a generare un buon suono. Nel parlare i nostri muscoli non incontrano la stessa resistenza che si incontra mentre si suona.
Nel caso della lingua, non solo la si deve spostare ma deve anche rimanere rigida nella posizione assunta.
Per capire come mai le guance debbano rimanere chiuse, è necessario innanzi tutto cominciare ad introdurre il ruolo delle labbra.
All’aumentare dell’altezza dell’armonico, la lingua si sposta in avanti, la pressione dell’aria dovrebbe aumentare proporzionalmente (ma con precisione e non con troppa enfasi), le labbra dovranno pian piano serrarsi insieme alle guance che a mano a mano che l’armonico aumenta di frequenza dovranno rimanere sempre più serrate.
Non è possibile quantificare le pressioni in gioco dato che non è possibile misurarle. Tenete presente la regola di proporzione su descritta. All’aumentare di un fattore, aumentano proporzionalmente anche gli altri.
Tornando alle guance, non è possibile ottenere un armonico alto con le labbra lasche perché anche le guance, comandate dagli stessi muscoli delle labbra, rimarrebbero troppo gonfie andando a inficiare la corretta posizione fonetica per ottenere l’armonico.
Per chi provasse a premere tra le labbra alla ricerca di un armonico alto e producesse un suono errato, non si deve preoccupare. Si può tentare focalizzando l’azione sul chiudere forte le guance e imitare con le labbra un sorriso sforzato.
Attenzione ad arrivare a questo punto con il tempo e l’esercizio, se eseguito prematuramente potrebbe scoraggiare. Errate pressioni possono dare suoni sgradevoli.
Sample n°5 contiene: armonici divisi nelle tre posizioni illustrate.
Sample n°6 contiene: applicazione degli armonici su nota base.
Sample n°7 contiene: applicazione degli armonici su ritmo (è necessario aver appreso almeno una tecnica per comporre ritmi, vedi prossimo capitolo).