INDICE DEL LIBRO PROSSIMO PARAGRAFO www.windproject.it
STRUMENTO E CARATTERISTICHE DIMENSIONALI
6.4.1 Breve studio sugli armonici
Ciò che tratteremo in questo paragrafo è come poter produrre della musica utilizzando e facendo risaltare gli armonici.
Per mostrarvi questo studio, è necessario spiegare brevemente cosa si intende per armonico.
In generale, il suono emesso da corpi vibranti non è mai un suono puro. Ogni suono sarà accompagnato da una serie di suoni, armonici appunto, di frequenza superiore alla fondamentale. Questi armonici o ipertoni de-terminano il timbro (o colore) dello strumento.
Utilizzando opportune tecniche, è possibile emettere armonici di gran lunga superiori sia alla nota fondamentale sia agli stessi armonici contenuti nella nota base. Tecniche simili sono utilizzate analogamente nel canto armonico o con lo scacciapensieri.
Prima di analizzare lo spettro del didjeridoo, viene riportato a lato lo spettrogramma di una parte di canto armonico perché più nitido e semplice da leggere; successivamente lo spettro del didjeridoo dovrebbe diventare più comprensibile. Inoltre il fenomeno che permette il canto armonico è il medesimo che si usa nel didjeridoo.
Durante il canto armonico, emettendo una nota grave, si “canta” con-temporaneamente una nota più alta chiamata armonico. Essa è sufficien-temente distante dalla nota base per cui è possibile vedere un campo libero di frequenze tra di esse utilizzando un semplice analizzatore di spettro visibile in figura 1.
La linea inferiore più marcata rappresenta la fondamentale, mentre i vari “segni” ascendenti e discendenti rappresentano una scala di armonici.
Il bianco tra gli armonici e la fondamentale simboleggia le frequenze non suonate ovvero il silenzio la cui funzione è estremamente importante; esso separa le frequenze suonate rendendole maggiormente riconoscibili. Il silenzio sarà il filo conduttore che ci porterà al prossimo paragrafo.
Allo stesso modo, analizzando il suono del didjeridoo (suonato con ac-cortezza); si può constatare come l’analogia col canto armonico sia ri-spettata.
Questo “campo libero” è analogamente mostrato in figura 2 in cui gli armonici sono stati suonati utilizzando rispettivamente le posizioni fone-tiche /o/, /e/, /i/.
Questi suoni, soprattutto suonando con una band, rendono il didjeridoo molto più udibile anche con un volume relativamente basso; concetto espresso in figura 3, con un’analisi dello spettro di 20 secondi di musica.
Essa copre quasi completamente ogni frequenza. È tratto da un brano di musica tecno trance di Yomano su cui è cantato un brano di canto ar-monico di Ansgar Stein.
Nonostante la musica sia molto “pompata” e la presenza di suoni sia no-tevole, i punti più marcati rappresentano gli armonici. Pur avendo un vo-lume minore, sono in grado di essere udibili analogamente alla loro visibilità sullo spettro.
Come analogia, bisognerebbe utilizzare il didjeridoo nello stesso modo sforzandosi di tenere la nota base a basso volume per non ridurre la di-namica globale del pezzo (vedi § 6.4.2).
Per meglio comprendere l’altezza a cui le frequenze degli armonici arrivano, guardate la figura 4.
Potete vedere in ordine due “urla”, molto utilizzate dai suonatori, ed un vocalizzo nella medesima nota dello strumento.
Se confrontato con la figura 2, l’armonico ha senza dubbio un volume più basso, ma ha una frequenza più alta, compresa tra i 500 e i 3000hz. Questo range di frequenze è il più udibile dal nostro orecchio.
Le ultime immagini (figura 5 e 6), a proposito di questo argomento, rap-presentano il confronto tra due strumenti con la stessa nota, Fa.
Il primo, un semplice tubo cilindrico in plastica, l’altro conico irregolare come il tipico Yidaki, strumento tradizionale del Nord Australia. Facile vedere come la nota base del tubo cilindrico sia più “limpida” e “povera”, mentre quello conico abbia uno spettro decisamente più ampio.
Quindi, per queste caratte-ristiche il pri-mo sarà maggiormente in grado di enfatizzare gli armonici (suonati variando il volume del cavo orale) lasciando più frequenze libere tra la nota base e l’armonico. Il tubo conico, avendo la nota base e l’armonico così ravvicinati, renderà l’armonico meno udibile e inglobato all’interno della fondamentale.
Altra caratteristica da tenere presente è la dimensione della campana che non deve essere eccessiva. Sebbene una campana ampia possa sembrare piacevole per via del maggior volume prodotto, è fondamentale considerare che aumenterà in qualche modo anche un leggero effetto riverbero inquinando il suono. A volte questo potrebbe essere eccessivo peggiorando il suono finale.
Vuoi vedere un workshop di 2h30min gratuito in Italiano sulle “Potenzialità acustiche del Didgeridoo”?
Clicca qui, visita la pagina e richiedici il video integrale